esempio di cartella esattoriale

Che cos’è una cartella esattoriale?

Una cartella esattoriale (o cartella di pagamento) è un documento ufficiale emesso dall’ente creditore (ossia una pubblica amministrazione, come il Comune, l’Agenzia delle Entrate, l’INPS, etc.) che contiene tutte le informazioni relative ad un debito insoluto (come multe o tasse amministrative) legato a una persona fisica o giuridica.

Questa viene emessa quando il creditore non è riuscito ad ottenere il pagamento di un debito nonostante i solleciti precedentemente inviati al debitore. Il documento contiene tutte le informazioni relative al debito, come:

  • L’Ente titolare del credito;
  • Data di iscrizione a ruolo
  • l’importo dovuto;
  • il periodo di riferimento;
  • gli interessi di mora;
  • le eventuali sanzioni e le modalità di pagamento.

In caso di mancato pagamento entro il termine indicato, la cartella esattoriale diventa un titolo esecutivo che consente all’ente creditore di avviare le procedure esecutive per il recupero coattivo del credito, ad esempio attraverso il pignoramento dei beni del debitore o il blocco delle sue attività bancarie, senza necessariamente l’intervento del giudice.

La cartella esattoriale non si riduce a un semplice sollecito di pagamento, ma va considerato un avvertimento ultimo per il pagamento o per contestarne la validità.

Come si impugnano le cartelle esattoriali?

Il debitore ha il diritto di contestare la validità della cartella esattoriale entro i termini previsti dalla legge, presentando un ricorso, tramite il proprio commercialista, presso il competente organo giudiziario. In caso di accoglimento del ricorso, la cartella esattoriale viene annullata e le eventuali procedure esecutive già avviate vengono interrotte.

Sono diverse le ragioni che possono portare a impugnare una cartella esattoriale.

La prima sussiste nella presenza di errori nella compilazione della cartella (come non aver indicato il tasso o il metodo di calcolo degli interessi, o l’indicazione di un’imposta già versato) da cui consegue un’assenza di motivazione della stessa.

La casistica più frequente per l’impugnazione della cartella è quella che riguarda il termine di prescrizione, ovvero il termine entro la cartella può considerarsi scaduta e non è più possibile procedere con il recupero coattivo del credito.

Il termine di prescrizione varia a seconda del tributo: di 5 anni nel caso, ad esempio, delle cartelle INPS o le multe stradali o di 3 anni per le cartelle relative al Bollo Auto.

Per contestare una cartella esattoriale di propria iniziativa è possibile agire in maniera diretta con l’Istanza di Annullamento di Autotutela.

In questo casoil creditore comunica, sia all’Ente Creditore che all’Agente di riscossione l’illegittimità della cartella esattoriale, chiedendo di riesaminarla o annullarla.

Il creditore deve inviare comunicazione all’Ente Creditore o all’Agente della Riscossione (Agenzia delle Entrate) tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o pec specificando:

  • Generalità del contribuente;
  • Generalità dell’Ufficio destinatario;
  • Estremi dell’atto;
  • Motivazione per cui si ritiene annullabile la cartella.

Una volta ricevuta l’istanza, l’ufficio potrà accoglierla e annullare la cartella esattoriale o rigettare l’istanza.

Nel caso questa venisse rigettata, il contribuente potrà presentare ricorso direttamente davanti all’Autorità Giudiziaria.

L’annullamento di autotutela è il metodo più rapido per fare ricorso, ma  può presentare degli svantaggi.

Primo tra questi è che il creditore, inviando da sé la domanda, risponde direttamente della legittimità o meno della sua istanza, prendendosi quindi la totale responsabilità della veridicità del proprio atto. Conviene accertarsi quindi della validità della propria rimostranza e provare errori concreti all’interno della cartella esattoriale.

Un’altra cosa importante di cui è bene tenere conto è che l’invio dell’istanza non sospende i termini di ricorso, nel caso non si ottenga risposta o l’istanza venga rigettata. Questo vuol dire che, una volta superati i termini imposti per il pagamento, non sarà poi possibile fare ricorso giudiziario.

Per questo, è sempre importante, per quanto non strettamente necessario, richiedere supporto legale da un avvocato professionista, così da non incorrere a possibili complicazioni che potrebbero peggiorare ulteriormente la posizione del creditore.

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