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Il futuro dell’imprenditoria si colora di rosa

In occasione dell’8 marzo scorso, l’Ufficio Studi Confcommercio ha elaborato i dati forniti dall’Inps e ha delineato l’evoluzione dell’occupazione femminile in Italia nel periodo tra giugno 2020 e giugno 2022. 

Da quest’analisi è emerso che su 23.286.000 lavoratori, siano essi indipendenti o dipendenti, il 42% è costituito da donne.

La crescita dell’impiego femminile è stata esponenziale: di oltre il 19% nei servizi, superando il settore maschile (+17,4%).

Nonostante i confortanti numeri, si è sentita l’esigenza di creare misure volte ad incentivare sempre di più la nascita e la crescita di imprese femminili.

E pertanto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha predisposto degli incentivi fiscali dedicati alle imprese guidate da donne o a prevalenza femminile.

Prima di passare alla rassegna delle iniziative, è opportuno chiarire il significato di impresa femminile.

Con il termine imprese femminili, si intendono quelle attività guidate prevalentemente da donne, ovvero: cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne tra i soci; società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi donne: imprese individuali che hanno una titolare donna, e lavoratrici autonome con Partita IVA.

Ci si chiede poi quali siano i settori coinvolti dai finanziamenti dell’imprenditoria femminile?

I fondi si rivolgono alle imprese dei settori di industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.

Passando adesso alla disamina delle agevolazioni, le principali misure dedicate all’imprenditoria femminile nel 2023 sono: il Fondo Oltre Nuove imprese a tasso zero e il Fondo Smart&Start. 

La prima iniziativa contiene incentivi da applicarsi ad imprese costituite da non più di 60 mesi o composte per oltre la metà da soci di età compresa tra i 18 e i 35 anni o da donne di qualsiasi età.

Tale fondo prevede finanziamenti agevolati a tasso zero e contributi a fondo perduto per un valore non superiore al 90% della spesa ammissibile.

In particolare, sono ammesse spese non superiori a 1,5 milioni di euro per le imprese costituite da meno di 36 mesi, mentre per le imprese costituite da più di 36 mesi ma non da più di 60 mesi, l’importo delle spese ammissibili non può essere superiore a 3 milioni di euro.

La seconda agevolazione è stata lanciata al fine di favorire la creazione di nuove imprese innovative/startup.

L’iniziativa è rivolta a tutte le imprese innovative italiane di piccola dimensione costituite da non oltre 60 mesi, alle persone fisiche che si impegnano a costituire una società entro 30 giorni e anche alle imprese straniere che istituiscono una sede operativa sul territorio italiano.

Con tale agevolazione il piano d’impresa verrà finanziato con un importo compreso tra 100mila e 1,5 milioni di euro da realizzarsi entro 24 mesi dal finanziamento che includono l’acquisto di immobilizzazioni materiali e immateriali ma anche di servizi utili alla realizzazione del piano d’impresa e per eventuali spese relative al personale.

Per accedere a tali finanziamenti è necessaria la presentazione di una domanda a Invitalia, che si impegnerà a svolgere la fase dell’istruttoria, quella dei controlli ed infine quella relativa all’erogazione dei contributi.

Ulteriore misura è costituita dal Fondo imprese femminile che consiste in una serie di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto per tutte le imprese femminili sul territorio italiano, a prescindere dal settore operativo o dalla dimensione, già costituite o da costituire.

È prevista, infatti, una dotazione finanziaria complessiva di 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro provenienti dalle risorse del PNRR e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021.Oltre alle iniziative nazionali, esistono anche misure e finanziamenti a sostegno dell’imprenditoria femminile promossi a livello locale.